Si definiscono i contorni della legge di stabilità e Renzi, dopo aver dichiarato l’abolizione di Tasi e Imu sull’abitazione principale, ha rettificato confermandola però ad esclusione degli immobili di lusso e di ville e castelli.
La reazione degli interessati non si è fatta attendere che un paio di giorni e lunedì l’Associazione Ville Venete ha diffuso una lettera aperta firmata dal presidente Alberto Passi all’indirizzo di Matteo Renzi. Nel testo, un appello a “salvare la cultura”, si evidenzia infatti “l’equivoco” in cui sarebbe caduto il presidente del Consiglio, equiparando le moderne abitazioni di lusso ad esclusivo beneficio privato a ville e castelli vincolati d’interesse storico e culturale. Nella missiva si sottolinea come questi abbiano alti costi di manutenzione e scarsissimo valore commerciale, come si legge: “Un castello sulle colline padovane, ex reggia asburgica, con affreschi di incredibile valore culturale, circondato da 26 ettari di querce e castagni secolari, ha visto andare deserte sette aste.” E una tassazione indifferente metterebbe a dura prova il mantenimento di simili proprietà, che tuttavia costituiscano una preziosa risorsa economica per l’Italia attraverso l’impiego diretto e l’indotto. Di più, il loro valore è patrimonio condiviso in quanto beni culturali che determinano “l’identità culturale del Paese”.
Precisa ancora Passi che questa categoria di case costituisce solo una percentuale marginale del patrimonio immobiliare nazionale: “Gli immobili storici vincolati si calcola siano circa 30.000, mentre le abitazioni in Italia sono 62,5 milioni (il Sole 24 ore)".
La lettera arriva a suggerire la creazione di una categoria catastale specifica per gli immobili vincolati, prerogativa per un regime fiscale ad hoc, che prescinda dalla destinazione d’uso (abitazione, turismo, museo, ufficio), per i beni di interesse storico.